Sant’Agostino chiama Maria beata, “perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo.
Conta di più ciò che è nella mente di ciò che è portato nel grembo”(Discorso 25). Questa maternità spirituale di Maria è motivo di vera gioia: anche noi, come lei, possiamo e dobbiamo far crescere la fede nel nostro cuore facendo memoria grata dei doni del Signore.
Lo spiega bene sant’Ambrogio: “Ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere…
Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio” .
(Commento su San Luca 2, 26).
Lello Scorzelli Napoli 1921 – Roma 1997 Maternità di Maria
Maria stringe Gesù che le dorme in braccio. Sono un tutt’uno, tanto che è impossibile separarli visivamente: Cristo ha assunto tutta la concretezza del corpo della Madre; il destino dell’uno si compie realmente nell’altra (e viceversa!). Ecco perché l’arte ci ha regalato così tante Madonne con il Bambino. La liturgia bizantina può quindi cantare: “Che cosa ti offriremo, o Cristo? (…) gli angeli l’inno, i cieli la stella, i magi i doni, i pastori lo stupore, la terra la grotta (…); ma noi ti offriamo una madre vergine”